Cinque consigli per difendersi dallo spamming
Ecco cosa fare e cosa non fare per proteggere la propria casella e-mail dall invio di messaggi di posta elettronica non desiderati.
di Raffaella Scalisi [email protected]
Lo Spam Recycling Center, il centro fondato nel maggio ’99 da alcune organizzazioni americane anti-spam che invia le e-mail indesiderate alla Federal Trade Commission in modo da sollecitare un intervento legislativo in merito, fornisce anche alcuni validi consigli per difendersi dallo spamming. Si tratta della junk e-mail che, a differenza della fastidiosa posta in buca tradizionale, produce non pochi disagi e costi indiretti per gli utenti Internet. Cancellare lo Spam, infatti, non equivale a cestinare la pubblicità in buca, secondo gli anti-spammers.
Le cinque regole d’oro:
“Non rispondere mai allo Spam”. Anche se gli spammers assicurano che richiedendo di essere eliminati dalla loro mailing list saremo automaticamente cancellati, in verità le cose vanno diversamente. La nostra risposta, infatti, funziona da conferma di indirizzo attivo. In pratica non aspettano altro, il bombardamento è appena cominciato e il nostro prezioso indirizzo verrà sicuramente rivenduto. Quindi quando imbufaliti rispondiamo allo Spam con improperi e accuse sullo scorretto utilizzo della posta elettronica non facciamo altro che il loro gioco.
“Non mettere l’e-mail sulla propria home page”. Corrisponde a un invito allo Spam. Il consiglio sembra scontrarsi con le abitudini del Web, ma è effettivamente l’unico modo per sottrarci alla caccia attuata dai sistemi automatizzati che setacciano la rete e catturano indirizzi di posta elettronica.
“Usare una seconda e-mail nei newsgroup”. Gli spammers perlustrano, infatti, soprattutto i newsgroup per raccogliere indirizzi.
“Non fornire la propria e-mail se non è chiaro l’uso che ne verrà fatto”.
“Usare un software che filtri lo Spam”. Esistono svariati prodotti in freeware e shareware, non tutti validi. Per gli utenti singoli viene consigliato Brightmail; per le aziende dotate …